lunedì 24 febbraio 2014

La bici



Dunque, iniziamo dal fatto che la bici ad Amsterdam è un mezzo di trasporto fondamentale. Tanto fondamentale che non avere la bici qui è come andare in giro nudi, come giocare a tennis senza racchette, come essere un paralitico in un anfiteatro greco (cioè che se vuoi scendere in platea o ti lanci dalle gradinate o non scendi), come harry potter senza l’expecto patronum (commento nerd per il solito obeso con popocorn sulla pancia che legge il blog mentre carica Age of Empire XX). Va beh avete capito. 

Olandesi che vanno al lavoro




Fatto sta che insieme alla casa è inizia la ricerca ossessiva della bici, tanto da non capire quale fosse la priorità tra le due. Ci sono tre modi per avere la bici qui:

- mercato dell’usato
- un sito internet in olandese/pagine fb
- da qualche tizio in strada tipo Napoli

Evitando la terza e la prima (perchè i mercati coincidono con il mio orario di lavoro) ho optato per la seconda opzione. Prima cosa ho contattato tipo 40 persone e ho avuto 3 risposte. Delle 3 risposte uno la vendeva a Praga, l’altro a Honolulu e quindi la mia scelta è ricaduta su una zia crucca di tipo 50 anni che fortunatamente vive di fronte a casa mia. La contatto e vado a vedere la bici. è sera e il vento è talmente forte che non sento manco cosa mi dice. Non le vedo la faccia perchè il vento le copre il volto. Quindi è un po’ come parlare con samara di the ring in biondo. 

La signora della bici





Mi chiede di dove sono e quando dico che sono di Milano ha 4 commenti: 

- abituati al fatto che la gente qui si veste male
- abituati al clima di merda
- abituati al cibo del cazzo
- ma tua madre non è triste che non sei a casa?

Provo la bici, sembra okay. Mi spiega che avrò bisogno di 10 catene o te la rubano in 2 minuti. Tipo Napoli
Mi fido è una persona a posto, gentile. La compro ( e mi fa pure 5 euro di sconto) e vado in bici.  “Vado” . Dopo due minuti mi trovo su un punto in cui probabilmente convergono tipo 5 venti diversi. Un po’ come le bocche di Bonifacio o nel triangolo delle bermuda. Il vento è talmente forte che mi sembra di andare in slow motion. Tutto va al rallentatore e in quel lasso di tempo necessario per fare 20 metri di ponte, sono successe queste cose: 


- c’è stato il festival di sanremo
- venere ha fatto il giro della sua orbita
- in Italia ci sono stati 10 presidenti del consiglio
- sono iniziate e finite le olimpiadi
- trenitalia è arrivata in orario 
- Il samu ha fatto il bucato (eh samu se hai tempi biblici non ci posso fare nulla)

Finito quel buco nero che è il ponte che mi porta a casa, i palazzi fermano il vento e mi riportano nel giusto spazio temporale. Ok, ho faticato talmente tanto che se faccio ste biciclettate per 6 mesi torno a casa con il corpo di un culturista. 
Flashforward di me ad Agosto 2014

La cosa assurda è che ogni strada ha una pista ciclabile in doppio senso e i motorini vanno sulla pista ciclabile. E non solo: qui si va senza casco, tipo Napoli (se ci penso le città non sono così lontane). La cosa ancora più assurda è che siccome gli olandesi usano le bici, i motorini sono usati solo dai peruviani/arabi o dai tabbozzi stile Brugherio/Cernusco che vanno al Filaforum il sabato pomeriggio a fare le penne con lo Husquarna. Quindi mentre vai in bici di fianco o ti passa o un capello biondo (che vista la velocità con cui vanno non distingui se essere di una donna o di un uno) o capelli tipo El Shaarawy.


Napoli
Amsterdam


Ok casa, dolce casa. Devo uscire a cena quindi giusto il tempo di cambiarsi. Ri-esco e ovviamente sono in una stagione diversa. Vento, pioggia, fulmini, uomini che volano, cestini ribaltati, vespe che planano (vespe i motorini).
Ok ce la posso fare. Inizio la pedalata, la pioggia è talmente forte che in 1 minuto gli occhiali sono bagnati. Le luci diventano bagliori, i rumori si accavallano, vado dritto ma non so dove vado. Il vento è fortissimo la pioggia ormai è parallela al terreno. La gente mi sfreccia a fianco manco ci fossero 30 gradi sulla martesana. Dopo 10 minuti di buio assoluto raggiungo il posto. Fradicio a dir poco ovviamente. 



Il mio ingresso nel locale dopo la biciclettata


La cosa bella qual è? Che la gente qui sa godersi la vita anche in queste situazioni. A Milano probabilmente non sarei uscito con un clima così, qui invece tutti se ne fottono del clima e si godono la vita come se splendessero sempre 30 gradi. Forse su alcune cose abbiamo ancora da imparare.

martedì 18 febbraio 2014

Una cena

Mi ero riproposto di scrivere prima, ma la prima settimana di lavoro mi ha assorbito completamente, quindi a una settimana dall’altro post vi posso dire che ancora non ho una casa e che ho provato la pioggia orizzontale olandese. Non che piova davvero orizzontale, ma il vento qui è talmente forte che piove in orizzontale.
Detto questo vorrei raccontarvi un’esperienza che mi è successa ieri sera. Un incontro speciale. No, non sto parlando della bionda che passa in bici sotto casa. 
Ieri sera, appena tornato dalla pedala e pezzato peggio che al magnolia a Luglio,



Io seduto sul letto dopo la biciclettata 



 vado a fare una doccia. Fin qui niente di strano…torno in camera, mi cambio e colto da un’improvvisa fame tipo che mi sarei sfondato il frigo (se solo ci fosse cibo buono), scendo al piano di sotto in cucina. Appena entro lo vedo: UN TOPO DI MERDA (da ora topodimerda). Quella rotondità putrida correva sul piano della cucina fino al lavandino. Velocità: 500 km/h. Tipo che in 2 secondi l’ho visto sfrecciare tra i piatti e scomparire. 
Foto della cucina senza topo
Foto della cucina con topo


Io appena ho visto il topo



 Ok, momento di pausa. Ho visto davvero un topodimerda o forse ho sbagliato?Magari era la spugnetta che rotolava, boh, magari una patata caduta dalla mensola. Torno in camera a meditare. Fondamentalmente stavo aspettando che qualcuno dei coinquilini andasse in cucina. Sento rovistare, apro la porta e mi affaccio. Sarà il topodimerda? Ah no è la coinquilina d sotto che sta andando in cucina.
“Is it possible that I’ve just seen a mouse in the kitchen?”
Lei risponde che ovviamente sì, che non esistono case senza topi ad Amsterdam e aggiunge di chiudere la porta della camera per evitare che entri. Faccio tipo 5 gradini a volta, falcate che manco Andrew Howe, e arrivo in camera e chiudo la porta. 
Ok, non ho risolto il problema. devo mangiare. Torno giù.
“Did you already have dinner?”. No, non ha ancora mangiato. Possiamo andare a cucinare allora. 
Non so per quale motivo mi offro di cucinarle la cena, anche perchè non so manco fare una pasta decente, e sopratutto non ho sbatti. A volte le donne fanno inspiegabilmente questo effetto. Lei è colpita dagli italiani, mi chiede se le frasi che sa sono corrette, mi dice che è stata a Roma a studiare per 2 mesi. Ed è subito Vespa/Estate/espresso/colosseo/vestitodifiori/sole. Ok le spiego che l’Italia non è come si vede nei film, che non viviamo in un perpetuo color seppia gesticolando. Mentre faccio tutto ciò cerco qualcosa da cucinare: pasta con verdure…OK un piatto di merda ma visto che il topodimerda ormai mi ha distratto e probabilmente potrebbe passare di fianco alla pentola chiedendomi anche di levarmi dai coglioni, è tutto quello che riesco a fare. 
Taglio le verdure, le metto nell’olio. Lei offre la sua pasta (tagliatelle marca olandese). Cuciniamo insieme e per un momento mi dimentico che c’è un terzo ospite in qualche buco del cazzo che ci spia. 

La pasta è cotta. Mi giro un secondo per prendere lo scolapasta ed ECCOLO Lì. No, non il tipodimerda ma l’errore del cazzo. Lei cosa fa? versa l’olio nell’acqua che bolle (con la pasta dentro). 

Io che le chiedo come mai mette l'olio nell'acqua



Le chiedo che cazzo sta facendo, (probabilmente in italiano) e lei mi risponde che “L’ha visto fare a Roma”? Si come quelli che pensavano che lanciamo la pasta contro le piastrelle per vedere se è cotta. Ok fa niente, scoliamo. La pasta fa un po’ cagare. in cucina non c’è spazio ma vorremo cenare insieme, quindi?io tipo su uno sgabello alto 1 cm, lei sul piano della cucina, tipo che mi poteva fare l’ispezione del cuoio capelluto. 

Selfie della cena




Ok la pasta finisce e ci salutiamo, io vado di sopra, lei di sotto. Il nostro incontro si conlude così. Il topo non s’è visto ma tornerà. Serendipity 

lunedì 10 febbraio 2014

Primi giorni

Mi ero ripromesso che avrei scritto blog il primo giorno, ma impegni mi hanno trattenuto. 
A 72 ore dalla mia partenza ho già cose da dire.
Premetto che questo blog probabilmente durerà una settimana e poi mi romperò le palle e sarà uno dei 190000 blog presenti in rete. Chi leggerà i miei posti saranno in ordine alcuni amici, voyeristi della rete, gente annoiata che googla Amsterdam e trova (forse) il mio blog. Layout di ispirazione dai blog delle tipe che fanno le spille con la lana cotta. Il nome fa cagare ma gli altri erano tutti presi (io sta gente che apre blog su Amsterdam non la capisco)


Detto questo se avete 5 minuti di tempo questo post fa per voi. 


Partenza - Volo

Come sempre l’aereo con italiani ti fa scoprire nuovi tipologie di viaggiatori. Questo volo mi ha fatto scoprire: 

truzzo n.1 che ha come suoneria del telefono “talk dirty” di Jason Derulo…minuto di silenzio
truzza che ha il suono di ricezione messaggi di whatsapp a 90 decibel, e che che ha chattato tipo per 40 min 
truzzo n.2 che al momento dell’atterraggio grida “ZIO FRENAAA”…altro minuto di silenzio

Comunque sia, finito il volo e dileguati gli italiani prendo il treno e arrivo ad Amsterdam. Esco dalla stazione, vento a 90 nodi con sciami d’acqua. Incontro un’olandese (ovviamente figa) che vestita come ci vestiamo noi a maggio mi indica il tram. Ok aspetto il tram…aspetto..aspetto…continuo ad aspettare. Passano 10 min: è subito Milano. Sarà che Pisapia è il sindaco anche qui?
Finalmente arriva, un biglietto costa come un drink in corso como ma fa niente. Scendo alla mia fermata e dopo tipo 3km con una valigia mega pesante percorro un intero canale per andare a prendere le chiavi di casa di una mia amica (che è via e mi ha lasciato casa sua per 4 giorni). Le chiavi non si trovano, ma nel frattempo posso vedere una tipica casa olandese. Ovviamente stupenda tipo che costerà 90.000 euro al mq. Ottenute finalmente le chiavi mi aspetta l’ultima fatica. Fermo un taxi. Guida tipo un arabo che fuma, parla al telefono con Aba (non la cantante di X-factor) quindi mi sorbisco 10 minuti di parlata in arabo. Tra l’altro per evitare di essere sgamato dalla polizia mette il vivavoce e incastra l’iphone 5s tra il collo e le spalle. Finalmente arrivo a casa. Dopo 4 piani di scale a pendenza tipo 90& cosa che se metti male un piedi finisci nel sottosuolo, e conseguente pezzata tipo maratona di NY entro in camera. Sono le 11 e ho fame ma da buon italiano medio mi sono portato la cena: breasaola e focaccia toscana + pezzetti di grano. Ciao Cracco. Tempo di andare a dormire. 


1 giorno 

Dopo essermi svegliato, essermi vestito, fatto colazione e soprattutto constatato che non avrò il bidet per i prossimi mesi ne tanto mene delle tende (però si possono comprare), esco. Ancora pioggia ma la gente non sembra preoccuparsene: tipo che vanno in bici senza ombrello. Cammino e già sono affascinato dalla città, mille posti fighi, mille scorci. Sono uscito per cercare casa in teoria. Finisco per caso in un bar italiano, e conosco una ragazza di Milano che studia qui da 3 anni: “La casa? Ah io l’ho trovata dopo un anno e mezzo” O K A Y ——-> decathlon———> tenda della quechua 2 minuti per montarla—-> ponte di Marnixstraat. 
Io che monto la tenda ad Amsterdam
Detto questo continuo a girare la città fino alle 5 quando decido di tornare a casa. Prima devo comprare qualcosa da mangiare per stasera: entro al supermercato che tra l’altro l’esselunga di Amsterdam ha il mio nome (Albert) e compro due hamburgher a caso (non so che carne sia) e poi mi accorgo di un piccolo particolare: la radio passa FELICITà di Albano e Romina….Awckard. 
Dopo cena esco, vado a bere una birra con Giovanna studentessa del poli da oggi nuova compagna di avventure, anche lei prossima alla tenda della quechua. Usciamo dal locale e incontriamo due francesi che stanno cercando il nostro stesso locale. Ci andiamo insieme e ci ritroviamo in mezzo ad una festa figa con mille persone. ci raggiunge pure un crucco conosciuto su fb 10 min prima. Ero uscito per una birretta, son tornato alle 3. Notare i particolari sobri delle vetrate dentro il locale. Felicissimo torno a casa



Sobria vetrata di locale


Giorno 2

Mezzo hangover mi alzo a fatica. NON HO UNA CASA forse è bene che me lo ricordo.  
Vado in un bar (c’è pure l’aria condizionata…va beh) e per 3 ore spulcio annunci. Camere da 1000 euro, camere da 300. Via di mezzo non esiste. La gente qui cambia casa come noi cambiamo l’armadio a fine inverno. La cameriera dice “story of my life” eh no, non sta cantando i one direction sia chiaro, ma il fatto che da tipo 20 anni che vive qui ha cambiato 800 camere. Vita rilassata insomma. Ok giornata di merda e sopratutto sconforto totale. Prossimo alla barbonaggine e alla vita di strada torno a casa. Mangio una pasta con sugo chiamato “TOSCANA”. è la settimana italiana qui, e quindi oltre ai prodotti si va anche di ster


eotipi. Finito di mangiare anche se non ho nessuno con cui uscire esco lo stesso. 4 passi a piedi e la città ti cattura tempo 2 minuti.

Giorno 3

Vento tipo Gandalf (citazione nerd solo per qualche tipo obeso che mangia popcord che sta facendo caricare un videogioco, e nel frattempo è finito sul mio blog. Grazie di seguirmi). 
Io sul balcone di casa mia ad Amsterdam
Dicevo? Ah sì vento, tipo cestini ribaltati, alberi sradicati, vecchie in bici…Non che questo sia collegato al vento eh, però evento strano pure quello. 





Vicina di casa che era scesa per il latte


Oggi giornata di inspection delle case.

Prima casa: quartiere arabo. La casa carina, coinquilini ci stanno ma non è arredata. Il suggerimento è dormire per terra modi cavallo, oppure comprare i mobili. Piccola postilla: ad Amsterdam le scale sono talmente strette che i mobili si fanno passare attraverso le finestre…Comodo insomma. Chiedo com’è il quartiere e il fiore all’occhiello sembrano i ristoranti marocchini nigeriani e tunisi. In italia li evitiamo, qui sono la ciliegina della torta. Se la mattina esci e hai i cugini di Rachida in ciabatte che fanno il caffè…beh è una casa da non farsi scappare. 
Noto però che qui pure gli arabi sono hipster, tipo che c’hanno il cappello dell’OBEY.

Seconda casa:  Parte opposta della città, nuovi edifici, un russo e uno dell’azzerbaijan (non so come si chiamano gli abitanti e non ho voglia di googlarlo). La camera da su un corridoio dove passano gli altri. 700€ e mi chiedono pure che gli dia un documento che attesti che posso permettermelo. Cucina a vista stile Masterchef con il piccolo dettaglio che non so cucinare così. 

Ok basta, per oggi è andata. Incontro Giovanna reduce da un inspection a casa di una coppia. Sì qui si usa anche che coppie di 40 anni ti affittano una camera. Tipo che torni a casa a cena e si stanno facendo piedino a vicenda sotto il tavolo…e lascio ai posteri altre situazioni immaginarie per comprendere l’imbarazzo.

Fame, molta fame. Vento molto vento. Andiamo in centro dietro a piazza Dam. Hamburgher e patitine, non buono come quello della Rossa. Chiediamo ai camerieri il conto e una camera. Forse ne hanno una e quindi lasciamo il numero. 



Conclusione.

Anche se non ho ancora una casa la città è fighissima. Grazie a Dio ho amici che mi ospitano senza angoscia quindi la troverò presto. Domani primo giorno di lavoro!