lunedì 28 aprile 2014

King's day

Questo è il mio racconto del famosissimo giorno del re. 
Per chi non sapesse cosa fosse, il giorno del re è una delle feste più importanti dell’Olanda. è il loro capodanno, la giornata in cui si celebra la monarchia, o meglio la giornata in cui si consuma più birra che in una settimana di Oktober festa, e dove ogni atto compreso pisciare dalle barche davanti a 100 persone è considerato normale e permesso. 
Uno si prepara al Kingsday


Tipo che se il king’s day fosse celebrato in Game of Thrones sarebbero tutti morti di cerrosi epatica (commento nerd del solito follower che mette in pausa Word of Warcraft o come cavolo si scrive.)

Jeoffry sei l'unico vero re



STEP BACK

Nei giorni che precedono il giorno del re la città diventa mano a mano sempre più arancione (che tra l’altro per me è il colore più brutto della storia). Un po’ come a Milano pre Pisapia, con la differenza che quando Pisapia diceva “cambia il vento” non succedeva un cazzo, qui se cambia il vento rischi di volare via. E già lo sappiamo. 

Prego Giulià


La gente fa scorta di birre manco andassimo in guerra e inizia a salire quell’ansia tipica da pre capodanno quando ancora non sai se farai il cenone o la bevuta in baita, e soprattutto quell’istinto omicida che ti sale quando la gente ti chiede “che programmi hai per l’ultimo dell’anno?”. Non lo so. Fattene una ragione. Deciderò all’ultimo.  
Fatto che sta che la giornata inizia ufficialmente con la king’s night, ovvero la notte prima. 
Alle 10 esco di casa con il mio zainetto pieno di birre (perchè è risaputo che durante il kingsday i prezzi aumentano a dismisura) e mi dirigo verso le Nove vie, dove sono previste feste all’aperto e bordello. Ovviamente quello non sarà il programma perchè inizierà un peregrinaggio assurdo con gente ovviamente a caso e mio conseguente blackout fino alla mattina dopo. Ok magari non è stato così peso ma un po’ di drama non manca mai. Indi per cui la kings night sarà soltanto nei miei ricordi e non nei vostri. Posso solo elencare una serie di cose viste: tipi che ballano i five in piazza, tipe ovviamente wood pussy totalmente scocciate dal fatto che prima o poi la dovranno dare, delle giostre mega zarre con calci inculo e immancabile odore di frittelle, gente che grida, musica da ogni angolo, io che canto gli 883 gridando in un posto dove fanno fish and chips e una tipa italiana che non sa manco coniugare il verbo essere ma mi dice di essere contemporaneamente serba croata olandese e italiana e io che le rispondo. “Ma quanti genitori c’hai???”


La mattina dopo mi sveglio un po’ in hangover e visto il sole decido di uscire presto. I miei amici mi raggiungeranno solo 2 ore dopo il che significa che ho tempo per esplorare la città in completa solitudine. Alle 11 era già un casino assurdo. strade bloccate, tutti vestiti di arancione (pure io che ho messo na maglietta e le calze con risvolto…perchè uno è hipster pure durante il kingsday). Iniziano a passare le prima barche sui canali, piene di gente con musica a palla. Steet food come se non ci fosse un domani.




Poco dopo incontro i miei amici e attendiamo con ansia la risposta di un’altra persona per sapere se riusciamo ad ottenere un passaggio su una barca. Manco fossimo sul titanic e avessimo bisogno di una scialuppa (tra l’altro ero convinto che scialuppa fosse un termine francese e che non si scrivesse così. Quante cose si imparano). Fatto sta che questo qui ci dice di recarci davanti ad un portone. Veniamo accolti da un ragazzo che ci fa cenno di seguirlo. Passiamo attraverso delle vie strette, portoni, porticine e un cortile stupendo e infine arriviamo in una casa. Sembra di essere in un negozio della Ralph Lauren. Siamo entrati nell’alta borghesia di Amsterdam attraversando due corridoi. Salgo le scale della casa e arrivo in un soggiorno. Teste di cinghiali appesi ai muri, una cucina a vista che manco Cracco c’ha, e un salottino dove mi trovo la Marissa Cooper d’Olanda.

Momento di silenzio per Marissa mio amore del liceo. Ti amo e ti amerò sempre. Per sempre tuo Alberto


Adagiata su un divano, pellicciotto e iphone che ormai è un'estensione della mano, sfoglia instragram come se fossero azioni di borsa. Di fianco a lei un tipo sui 20 anni con cashmirino, pelle più curata di quella di una star hollywoodiana e scarpe che costeranno 400 euro. A parte il fatto che trovarmi in una puntata di OC nel giro di un portone mi ha destabilizza per 10 minuti, poi riprendo conoscenza di dove sono e vedo che loro si stanno organizzando per andare in barca. Cioè la gente è sulle barche mezza nuda e te ci vai con il foulard? è tempo di uscire, uno prende na boccia di Moet Chandon (rigorosamente impacchettata tipo Porto Rotondo 2002), “pettinero” come direbbe il pagante (ciao Anto!Chissà se leggi sto blog). Non veniamo manco invitati ma se anche fosse non sarei andato mai in barca con loro. Proseguiamo per i canali, le barche sono triplicate. Cerchiamo un passaggio tipo autostoppisti. Niente da fare, già non ti parlano, figuriamoci se ti danno un passaggio con conseguente necessità di parlare. Va beh niente da fare, proseguiamo. Arriviamo su un ponte. Ci fermiamo per un secondo a vedere cosa succede e ad un certo punto una tipa viene lanciata su una barca. Ok questa va raccontata bene. Allora prima di tutto sarà stata un’altezza di 2 metri almeno..forse anche 3. La zia si sporge dal ponte stile Rose nel Titanic quando vuole suicidarsi. 
PIGLIATEMI!!!!



Arriva una barca sotto, probabilmente di amici. La prima cosa che fa è lanciare l’iphone. Ripeto; Lanciare. Per la serie, pochi soldi. Ma soprattutto l’importanza di salvare l’iphone prima di te stessa. Dopo di che dei tipi la calano, tenendola stile salame alla festa della porchetta. E lei viene accolta dalla barca sotto. Urla di giubilo. YEEEE. Proseguiamo per un altro ponte con degli amici italiani sopraggiunti. Arriviamo in un punto in cui fanno il karaoke a 3 euro. Aspettiamo che una signora sulla 60ina finisca di cantare "Totally Eclipse of the earth" e in meno di 2 secondi ci troviamo a cantare " Summer Nights" con una folla di olandesi che grida TELL ME MORE TELL ME MORE. Qui vorrei specificare che ho fatto pure il mega acuto di John Travolta "down to the sa-a-a-nd". No perchè le cose o si fanno bene o si lascia stare. 
Ah dimenticavo: la chicca del kignsday è il palloncino con dentro il gas per sballarti in 2 secondi. Ok sono quasi le 8, ho una fame porca e voglio na pizza. Arriviamo in un posto che vende margherite a 9 euro. In un giorno si sono comprati una villa ai Caraibi. Dopo quel senso di eccitamento che precedete la mangiata di pizza, ci ritroviamo nel giro di mezz’ora di nuovo in giro. Il giorno sta per finire, e la gente ormai è talmente sfasciata da non capire manco in che nazione si trova. 
Torno a casa. Dormo per 11 ore (goduria estrema)


Domenica mattina, la città si risveglia piano piano. Sui canali l’acqua è ferma. Piccole onde accarezzano le barche ormeggiate sui lati. Qualche vecchia signora spazza l’uscio di casa dove ancora si trovano le birre della sera prima. Io pedalo godendomi questa calma, dirigendomi per quella che sarà la colazione più cara della mia vita. Va beh, cercavo di finire in modo poetico. Anche se forse dentro di voi state cantando "tell me more tell me more" come alla fine di Summer nightscome alla fine di “Summer nights” io ora devo andare. Ma tranquilli, I’ll be back. 

venerdì 18 aprile 2014

Trasferta

Scusate ancora una volta la mia latitanza, ma sono stato in trasferta a Milano (ecco svelato l'argomento di questo post).

Prima di tutto inizierei con una parentesi sulla mia situazione emotiva. Chiunque abbia mai vissuto all'estero nella sua vita, (o forse pure chi viene dal sud a Milano...che voglio dire, più o meno è la stessa cosa (ecco ora avrò come minimo 400 followers in meno (avete notato che ho aperto 3 parentesi in una??))) sa che per i mesi della sua permanenza in terra straniera dovrà fare i conti con una totale instabilità emotiva. Tipo che una mattina ti svegli e hai la stessa voglia di vivere di Anna dai capelli rossi (sì quella che non c'ha nè una mamma nè un papà...cioè la tipa più sfigata dei cartoni di sempre) ( se volete una dose di presamale vedetevi sto video https://www.youtube.com/watch?v=T_2jzqRqmUw), e un giorno ti svegli invece con la voglia di saltare sul letto e cantare a squarcia gola qualche canzone trash italiana tipo "Ho voglia di dance all night" con conseguente perdita della reputazione da parte dei tuoi coinquilini. (ovviamente con party starter accesso, regalo della vita)

Io ieri mattina mentre ascoltavo gigi d'agostino



Conscio di questa instabilità emotiva, ho prenotato il mio volo per Milano per la settimana del salone. Sia chiaro che amo il fuorisalone e la settimana in se, in assoluto la migliore dell'anno. Periodo in cui posso rivedere tutti i miei amici non milanesi che vengono a  Milano. Va beh se sei un hater del fuorisalone mollami.
Prenoto il mio volo con Alitalia, cosa che mi fa entrare di diritto in quel periodo della vita in cui sono finalmente finite le pezzate con 40 maglioni addosso per non pagare il bagaglio di Rayanair. No, scherzo. è solo che costava 10 euro in più di Easyjet, e quindi mi è sembrata un giusto compromesso.
Fatto sta che viaggiare con volo di linea è tutta un'altra cosa. Prima di tutto la gente. Ricordate il mio primo viaggio? Con il tipo che aveva come suoneria "Talk dirty to me?". Ecco niente di tutto ciò. Tutti in camicia e cravatta, io in compenso sudato marcio visto le 500 stagioni che ci sono in un giorno.
Mentre aspetto l'imbarco ho il primo riscontro che sto realmente tornando a casa.
Di fianco a me coppia sulla 50ina con smartphone. Il tipo chiama la madre, probabilmente 80enne e grida in un modo assurdo. "MAMMMAAAA OH STO BENE MI STO IMBARCANDO....BUTTA LA PASTA". No ok, butta la pasta non l'ha detto. Fatto sta che da quanto gridava non riuscivo manco a leggere un libro, e l'audio della madre era talmente alto che sentivo Carlo Conti alla tv che dicava. "Ghigliottina". (Ciao Carlo, sei sempre nei miei pensieri, e non sai quanto mi manca vederti dalle 18.40 alle 20. Ti dedico un'altra foto va).

Ciao Carlo. L'eredita forever 


Mi imbarco. Volo tranquillo a parte una cinese di fronte a me che si stende modi leone e ho il sedile ad un centimetro dal mento. Va beh mi piace viaggiare bene.
Passano le hostess con lo snack. I taralli. Sto male, sono commosso.
Dopo un'ora e mezza di volo eccola: LA BRIANZA. Quel covo di smog e hogan.

Nicole Kidman

Una brianzola 


Sono assalito da un momento di panico, che aumenta alla vista di viale Forlanini che mi fa tornare in mente le pezzate di luglio per andare al Magnolia e i posteggiatori abusivi. Per un momento ho pensato di alzarmi, gridare di riportarmi ad Amsterdam, che non ero pronto per gente che grida, rischiare la vita ogni volta che vado in bicicletta, eventuali zanzare, la Cesara con un occhio mezzo chiuso che dice le notizie del giorno, gente che va alle serate per essere su posermag e soprattutto gli hater del fuorisalone, che non si sa come ma poi me li trovo sempre tra i coglioni.

Cesara che ti è successo? Non riesco a dormire devo saperlo


Poi il panico è passato e ho capito che invece avevo davanti degli spritz, cibo buono, sole, caldo, fuorisalone e Amici. Forse vedere le cose sempre dal lato positivo è il primo passo per vivere bene (frase della vita. Che poi forse non sono credibile considerando la quantità di cazzate presente in ogni mio blog). Fatto sta che inizia la discesa, atterriamo in orario. Ok essere a caso è figo. Chi l'avrebbe mai detto che avrei iniziato ad apprezzare il nostro essere sbottonati e flessibili? Ma soprattutto il fatto che alle 11.30 puoi entrare nella tua pizzeria preferita e sentire il cameriere che ti dice che chiudono all'1. Pizza fino all'1...va beh il paradiso tipo.
Poi ho una domanda: Ma Carlo Cracco ormai è tipo Presidente dalla Repubblica? cioè ogni angolo c'è una sua foto. Ormai andiamo in sbattimento pure per impiattare un kiwi.

Vorrei spendere due minuti per l'evento Princi di piazza XXV. Visto che ormai sembra che tutto sia design, pure la parrucchiera Teresa che fa i colpi di sole. Voglio dire, fai il panfocaccia cotto e fontina, mi spieghi cosa c'entra col design? Ok non ci sono andato, ma ci sono passato per tornare a casa. Luci proiettate nel cielo tipo il Celebrità, tipe con tacco 18, musica che manco al Papete. Coda per entrare. Va beh il prossimo passo è l'apertura di un autogril che venda il Camogli come nuovo pezzo di Design. (il Camogli...momento di silenzio).

Il giorno dopo mi reco in brera e poi faccio un salto al giardino botanico della pinacoteca. Davanti a me una coppia. Questa la conversazione
Lei a lui: "Amò, ci facciamo una foto nei cespugli?"
Lui a lei: "Si ma poi che hashtag mettiamo?

Brivido lungo la schiena

Lei: " Beh, #Brera, #Design, #instalike, #picoftheday, #plants, #green, #followme




Per i Narcisi di qui


Infine vorrei salutare  su tutte quelle persone che durante la settimana del salone diventano inspiegabilmente creativi e amanti del design.
Fare il provino per The Club non ti rende creativo.

EMY 88 prima di andare al Salone


(ah, mentre scrivo il post sono in bar e in quest'ora c'è stato sole, vento, pioggia, ancora sole, pioggia di rane, sole).

Non so come chiudere il post, blocco tipo tema di 4 elementare...sto cercando una frase poetica...cazzo cosa posso dire. Ok è appena passata una bionda in bici. Vado, tanto anche se la conosco non risponderà.



venerdì 4 aprile 2014

Un Hipster nel Gh$tto

Vorrei iniziare ringraziando Eleonora Grotto per il copyright del titolo. 
Ora dopo i dovuti crediti, vi racconto la mia esperienza nel Gh$tto. 
Allora non è propriamente un ghetto, ma ormai avete capito come racconto le cose. 

Sabato sera dopo una lunga giornata a cazzeggiare in giro con amici, decidiamo di andare a ballare in un locale mega figo. La serata è hip-hop /rnb, un genere che ad Amsterdam sembra non trovare confini. Sono conscio che non sia la mia musica preferita, ma quando si è in compagnia tutto può andare bene. 
La serata inizia con il sottoscritto che prende delle birre al supermercato. Ovviamente vista la barbonaggine in cui si vive quando si è dei fuorisede ho preso le più economiche, senza badare ai cartelli in quella lingua da Star wars che è l’olandese. ( l’olandese è più o meno così: https://www.youtube.com/watch?v=TQIwEZlOzp4). 

Arrivo dagli amici e iniziamo a bere. Apriamo la birra che ha però quel retrogusto dei sacchetti di plastica dell’Esselunga, quella specie di vomito misto a mais. Volete sapere perchè? Era una birra analcolica. Ora vorrei fare una parentesi su questa cosa e chiedere: ma chi beve la birra analcolica nel mondo? Cioè se non puoi bere alcool comprati una Coca. La birra analcolica è come una donna con una tetta sola. Na merda. 
Raggiungiamo il locale e ci mettiamo in coda. La prima cosa che mi colpisce, e che mi fa capire che sto entrando in un gh$tto, è che ci perquisiscono all’ingresso stile Orio al serio (che poi ad orio al serio i controlli sono mega fuffa. Una volta mi hanno inseguito i cani manco fossi un punkabbestia delle colonne e mi hanno lasciato andare). Dopo sta palpata per capire se c’ho dietro il ferro (mi adeguo alla parlata da gh$tto) ci fanno entrare. Già mi ero accorto mentre ero in coda del fatto che eravamo gli unici bianchi presenti, ma quello era niente in confronto a ciò che ho trovato una volta entrato nel locale. Se avessi avuto una pelliccia sarei entrato così: 

www.youtube.com/watch?v=RBkbiSxkHaU 





Ma molto probabilmente sono entrato così. 



Fatto sta che sembrava di essere entrati in un video di 50cent con quelle tipe che sculettano contro i muri. Era come essere nella cantina di Sean Paul quando canta Get busy. Va beh avete capito. Mi sentivo come un obeso quando si mette a dieta, come un hipster quando sbaglia il filtro di instagram, come Samu quando arriva puntuale, come l’Alice Colombo quando lascia Bergamo per un’ora. 







Fatto sta che mi dirigo verso la console. Cerco di sorpassare un branco di tipe con culi che arrivano a metà schiena ed entro nella pista. Locale mega figo, gente presa bene. Persone che ballano con la stessa bravura con cui noi saltiamo le code durante l’imbarco in areoporto. Se solo fossimo in grado di ballare in quel modo. Con un colpo di anca quelle lì hanno causato il terremoto in Asia. Scene di petting estremo che manco nei bagni dei licei di Brugherio. Gente che twerka like no tomorrow. Io continuo a sentirmi un po’ inadeguato.


Io che nel gh$tto assomiglio a tobey maguire


 Non solo perchè non sono in grado di ballare come loro, ma soprattutto perchè non sono manco vestito da Swag del ghetto. Sui lati ci sono delle balconate dove dei niggaz ballano in gruppo e si lanciano sfide da una balconata all’altra. In tutta questa situazione di disagio ad un certo punto nella folla li vedo. Un gruppo di hipster. Ok non sono solo allora. Uno di loro mi vede e capisce che siamo nella stessa situazione ma prima di accettarmi nel gruppo inizia ad attuare l’iniziazione hipster a distanza. 
Prima cosa, a gesti, indica il colletto della sua camicia e mi fa notare che i bottoni sono tutti chiusi. E io gli faccio vedere che anche io sono abbottonato fino al collo. Continua facendo il gesto del “pantalone arrotolato”. I know that feeeling bro, anche io arrotolo i jeans. E poi accade l’irreparabile, la goccia che fa traboccare il vaso. Mi trovo ad un passo dalla meta, ad un soffio dall’essere proclamato hipster da un gruppo di hipster. Mi sentivo come quando sai che stai per limonare ma ancora non è successo niente. Lui alza il braccio (tutto questo accadeva in slowmotion) e me lo mostra: IL TRIANGOLO EQUILATERO tatuato sull’avanbraccio destro. Il simbolo inequivocabile dell’hipsteria. Un po’ come i mangiamorte che c’hanno il teschio e il serpente. 

Un mangiamorte 

Un hipster 



Mi sento nel panico, non ho tatuaggi. Forse non sono un hipster. Mi guardo in giro, cerco aiuto. E poi alzo il mio braccio, pulito. Non ci sono segni, non ci sono tatuaggi. 
Lui mi ripaga con uno sguardo da: “non sei hipster” e il gruppo scompare nell’oscurità. 

Come dopo una sbornia, torno alla lucidità. Mi guardo intorno, i miei amici stanno ballando e inizio a ballare pure io. 
Chi mi conosce sa della mia estrema capacità  di divertimento in qualsiasi situazione. Probabilmente mi divertirei pure in un convento di suore orsoline alla 80esima “Ave maria” della giornata. 
Risultato? La serata è stata mega figa e sicuramente ci ritornerò. Con gli amici ci si diverte ovunque. La prossima volta però mi compro ‘na pelliccia per l’ingresso SWAG. 



Prossima volta così