lunedì 4 agosto 2014

THE END (for now)

Ci siamo, è giunto il momento. 


Una volta una sfigata a caso chiamata Nelly Fortunato cantava "Why do all good things come to an end?" poi è diventata na puttanona e quindi c'ha lasciato senza risposta. E io non risponderò certo a sta domanda. Anche se ovviamente me la sono fatta. La domanda eh, non Nelly Furtado. Sì magari. Ok va beh Dopo 6 mesi passati in terra dutch sono dovuto tornare a casa. Ho prenotato il volo all'ultimo, perchè non volevo affrontare il momento del: OK STO REALMENTE TORNANDO (PER ORA).
Ah, e aggiungo anche uno "scusate" per gli errori di ortografia. Sono sviste, cioè non è che non so l'italiano.


Fatto sta che nei giorni precedenti la partenza non stavo pensando al fatto che sarei tornato a Milano, al caldo, ad avere il bidet alla mattina, a rivedere i miei amici e a poter fare un Aperitivo con la A maiuscola. No, ho pensato a godermi gli ultimi giorni e le ultime ore, ignaro dello sbattimento epocale che mi avrebbe atteso la mattina della mia partenza. 
L'ultima sera sono uscito con degli amici a cena e a bere. Li saluto e mi viene la bellissima idea di impostare la sveglia alle 4 AM perchè voglio vedere l'alba da solo. Ovviamente non avevo calcolato il fatto che dovevo fare le valigie dopo 6 mesi non era una cosa semplice. Va beh mi sveglio alle 4, prendo la bici e pedalo fino al porto oltre la stazione. Mi siedo e mi godo l'alba. Torno a casa per le 7 già mega stanco e preparo il primo pacco che devo spedire per Milano. Sì perchè non ci stava tutto nella valigia. Va beh metto tutto dentro, mi ci siedo sopra e poi prendo sta bestia da 10 kg e in bici la porto in posta. Ovviamente al primo incrocio cade, si apre in mezzo alla strada, escono i vestiti, io moccolo dentro. Inizia a piovere. Rimetto tutto dentro e arrivo in posta pezzato raro. Torno a casa e cerco chiudere la valigia sapendo che è impossibile. Ho tipo 10 zaini e una valigia e posso ovviamente imbarcarne una sola. Preso da un raptus omicida, apro la valigia e inizio a buttare cose a caso. Mi vesto con 90000 strati, prendo i mezzi e vado in aeroporto. Ovviamente sono obbligato ad imbarcare una valigia in più. 

Ok fermi un attimo. Sta cosa non funziona. Ho pensato molte volte a come avrei voluto finire (per ora) questo blog, ma forse il modo migliore non è raccontarvi gli sbatti epocali dell'ultimo giorno. Ma ringraziarvi ( AWWWWW)
Sì perchè tornare con la memoria agli ultimi momenti della mia esperienza potrebbe provocarmi un pianto che il Seveso esonda tipo in 2 minuti. Quindi meglio dire una di quelle parole che non si usano mai GRAZIE
GRAZIE per aver letto le mie cazzate per 6 lunghi mesi. Devo ammettere che c'ho preso gusto, e ho scoperto una passione che non pensavo di avere. Si dai bravo.
A parte gli scherzi, questo blog non finisce qui, perchè ho deciso che a Settembre ne aprirò un altro per la gioia dei miei 3 followers. Non so su cosa ora vado al mare come un italiano mese e quindi rimando tutto a settembre. 

Ripeto NON FINISCE QUI!

REAZIONE 1 REAZIONE 2

Per quanto riguarda me. Beh il ritorno a Milano è stato pesante. Tipo che pensavo di morire di depressione in un letto ed essere scoperto da dei cani da tartufo. Poi mi sono ripreso, sarà che pure nei film tutti ritornano a casa e riniziano da lì. 
E.t., Rossella O'hara, dorothy e il suo "there's no place like home". E forse è vero, there's no place like home. 
Che dire, sarà così? Dopo tutto ancora non ci posso credere che ora se cade una briciola per terra non ci sarà un topo a mangiarla, che la mattina posso farmi il bidet, che mentre vado in bici rischio la vita per il milanese imbruttito che mi sfreccia in scarabeo (cioè me stesso), che qui il caffè costa 1 euro ma la birra 6, che ci sono le zanzare, che la pizza è una Pizza, che posso andare in motorino di notte (e sfrecciare di fianco ai ciclisti), che non ci sono i canali ma ci sono i navigli (#sticazzi)

Magari finisco Jack di Lost e il suo "We have to go back", ma tornare ad Amsterdam sarebbe molto più easy che non tornare sull'isola. E chi ha detto che non ci tornerò? Come ho scritto nel titolo questa è la fine soltanto per ora.



Come si dice in olanda per ora quello che è stato gezellig, aka: una figata

Va beh ora la chiudo qui (per ora)

BELLA LEE (cit.)






martedì 29 luglio 2014

Go to Rotterdam they say, it will be fun they say

Penultimo post.

potete iniziare a piangere o ad esultare. A voi la scelta

Fatto sta che dopo quasi 6 mesi passati in terra olandese, negli ultimi 20 giorni mi ero accorto che non ero stato molto in giro a visitare. Sì, avevo fatto qualche scampagnata fuori Amsterdam, quelle gite tipiche da Pasquetta. Che poi l'Olanda è grande come casa mia quindi puoi andare ovunque nel giro di 20 min.
Per loro fare Amsterdam-Utrech (che sono realmente 20 min) è uno sbattimento epocale, tale da poter giustificare la creazione di una pagina fb chiamata "L'olandese imbruttito" in cui postano frasi tipo "Amsterdam/Utrecht? CHE SBATTI". Fatto sta che sti dutch ignorano che è lo stesso tempo che ci metto io da corso sempione e piazzale loreto quando non c'è traffico. Parcheggio escluso.

Comunque ho sentito il Brino, mio amico del poli che si trova temporaneamente a Delft e abbiamo deciso di spararci sto tour di Rotterdam di domenica. Io prendo il treno e arrivo in stazione alle 10. Tempodimmerda incluso, iniziamo a girare la città io lui e la Elena altra compagna del poli che si trova pure lei a Delft.
Prima di andare a Rotterdam, tutti mi avevano detto che è molto diversa da Amsterdam. è stata bombardata durante la guerra e quindi i palazzi sono tutti nuovi e moderni, una sorta di NY wanna be.

Manhattan Wannabe

in realtà è il porto più grande di europa, e a sentire in giro è una città vivissima, sia di notte che di giorno, e piena di studi di design ed eventi di ogni genere.

Go to Rotterdam they say, it will be fun they say.

Allora, o tutta la gente che era stata a Rotterdam c'era stata dopo essersi calata dei funghetti grandi come una mela, o sono io che non ho occhi per vedere. Oppure semplicemente ho visto posti più belli.
Fatto sta che la città era completamente deserta, tipo zombie apocalisse. Abbiamo camminato per un'ora senza incontrare anima viva, anzi a dire il vero abbiamo visto una vecchietta mega pucci che è svenuta in mezzo alla strada ed è stata portata via dall'ambulanza. In piazza c'è una statua di babbo natale con un vibratore, il che mi fa pensare che si devono divertire molto a livello sessuale.

Babbo natale cor vibratore

E dei negozi tipo Via Padova in cui vendono le Bike, no non le bici ma le nike tarocche.
Va beh, andiamo a fare un giro zona porto, consigliata dalla lonely. Anche lì apocalisse in arrivo, manco un'anima viva, se non una troup che stava girando uno spot.
Mentre camminiamo troviamo un telefono per terra. Rosa. Di una tipa. Chiamiamo per restituirlo e ci risponde il marito. Concordiamo un bar dove può venire a ritirarlo. Nel mentre decidiamo di farci una sana padellata di cazzi suoi, con la speranza di trovare qualche selfie un po' spinta o qualche festa stile Dan Bilzeran. Niente da fare, solo foto di cani, giardini e bambini. Interessante come una puntata di Forum in cui non c'è la tipa timorata di Dio che si sconvolge per la bestemmia in diretta. ( se non avete messo ancora like alla sua pagina, ecco una cosa utile da fare per la società https://www.facebook.com/pages/La-timorata-di-Dio-scandalizzata-dalla-bestemmia-a-Forum/1888980411512699)

Ovviamente inizia a piovere, quella pioggerella che ti fa solo venire voglia di moccolare come un fiorentino. Perchè se deve piovere di brutto almeno vado in un bar, ma sta pioggettina inutile ti fa solo dire " Va beh sono due gocce, andiamo avanti". E poi torni a casa fradicio e isterico, con quelle gocce gelide grandi come l'Africa che ti cadono sul collo.
Infine decidiamo di andare a vedere le case a forma di cubo. Ora non voglio smontare la vita di nessuno, ma chi mi conosce sa che amo essere quello che dice quello che tutti pensano. E dopo la frase che vorrei tatuarmi ovvero: "Non tutti i bambini sono belli" e sì, esistono dei bambini che sono scherzi della natura e rutti umani, ora mi sento di dire "LE CASE A FORMA DI CUBO FANNO CAGARE". Mi sembrava di essere in Barona o a Scampia (per parcondicio diciamo pure un quartire del sud).

Mi fate cagare

Va beh, vista questa impressione decidiamo di prendere il treno e di passare il pomeriggio a Delft. Ma prima di andare vorrei proporre una diapositiva di Rotterdam

Rotterdam Così


Molto, molto carina. Una Amsterdam in miniatura. Anche lì diluvia peso ma sono contento di averla vista.

scorci da instragram

Dopo questa giornata mi dirigo in stazione per prendere il treno per Amsterdam.
Inizia lo sbattimento. Quello vero. Quella domenica gli operai hanno deciso di sistemare un tratto delle rotaie, ovviamente quello che doveva fare il mio treno. Il che mi obbligava a fare un Delft-Aia in treno un Aia-Leiden in bus e poi Leiden- Amsterdam in treno. Tutto questo sotto la pioggia. FML . Va beh tanto s'ha da fare.
Sul treno diretto a L'Aia incontro un albanese che ha vissuto in Italia 16 anni. Mi attacca un mega pippone sulla sua vita, mi racconta che è sposato con una rumena conosciuta in Italia, che in Italia non c'è futuro, che in Italia fa tutto schifo e poi ora c'è Renzi che fa promesse e non le mantiene, che non ha ancora imparato l'olandese perchè è una linguadimerda, che sono fortunato a viaggiare e a studiare ma forse se andassi a fare l'idraulico ci guadagnerei, che barbara d'urso ha intervista uno che ha detto che in Italia i giovani devono andarsene, che voleva buttare le mani al suo ex capo ma che poi non l'ha fatto per evitare il binomio albanese-picchiatore.
Ok, allora io sono il primo a parlare senza fermarmi e ad essere logorroico. Però non mi puoi asciugare per due ore quando l'unica cosa che volevo fare io era ascoltarmi la discografia degli 883 in modalità invisibile su Spotify. Già sono preso male che a breve tornerò a Milano, in più se mi lanci addosso sta dose di positività...
Fatto sta che alla fine ho preso il treno successivo al suo, inventando un "Devo vedere un amico per un caffè qui a Leiden" quando in realtà l'unica cosa che ho visto è stato il cesso della stazione. Almeno mi sono fatto un viaggio in silenzio.
Arrivo ad Amsterdam e diluvia.



Ho la bella idea di tirare fuori il telefono e fare un video. Ora non posso più chiamare e fare foto.
Bilancio della giornata? Come (quasi) ogni episodio della mia vita l' Expectation VS reality non è stato mantenuto.
La prossima volta magari vado a fare un giro nel Garland d'Olanda.

Story of my life





giovedì 24 luglio 2014

Il capello dutch

Da quando sono sbarcato in terra olandese, la mia routine giornaliera ha preso un’altra piega. Letteralmente. 

Ma facciamo un passo indietro. 

Dovete sapere che gli olandesi hanno un'ossessione per i capelli. E per ossessione intendo che tutti hanno dei capelli perfetti. Non importa se c’è la pioggia, il vento, la bufera, l’allineamento dei pianeti, o se Gigi D’Alessio decide finalmente di smettere la sua carriera da cantante e fare un favore a tutta l’umanità, loro avranno sempre i capelli perfetti. Ovviamente perchè usano il gel con la stessa frequenza con cui Sgarbi dice “Capra” alla gente.
Quando sono arrivato ad Amsterdam avevo già un taglio hipsterello andante, ma non sapevo che la mia vita sarebbe cambiata radicalmente. Cioè non sono mai stato un ossessivo del taglio tipo David Beckham, o gli hipster del Tunnel che probabilmente passano 10 ore allo specchio a sistemarsi l’undercut con la macchinetta dei capelli.
Fatto sta che nelle mie giornate olandesi pedalavo osservando ogni giorno ste chiome perfette e mi chiedevo che cosa andasse storto nella mia. Poi ho capito che il problema era che forse dovevo cambiare gel.
Sono andato quindi all’Albert Heijn per comprarne uno. Facile a dirsi ma non a farsi. Come prima cosa mi sono accorto che il reparto dei gel è tipo grande come il nostro reparto della pasta. I gel sono tra l’altro quasi sempre in saldo. Anche perchè ad un olandese medio un barattolo di gel dura tipo un pomeriggio. Fatto sta che mi metto a spulciare le varie marche e sotto marche e soprattutto l’infinita scelta presente davanti a me: capelli effetto bagnato, capelli perfetti, capelli out-of-bed, capelli senza segni, capelli mossi, fissaggio estremo 24h, capelli bagnati ma non appiccicosi, cera per capelli, argilla per capelli, gel da usare con pettine sui capelli bagnati, gel da usare con i capelli asciutti. 
Con il sudore della fronte passavo ogni singola boccetta chiedendomi che risultato finale avrei avuto. Sapevo dentro di me che stavo per compiere un passo molto importante. Credo di aver passato lì dentro circa 2 ore, e dopo questo totale stress ho finalmente fatto la mia scelta: capelli tenuta forte, effetto non lucido e non bagnato. 
Torno a casa e come un coglione provo con pettine in mano ad avere l’effetto dutch. Risultato:




Ovviamente devo fare pratica, cerco di captare informazioni in giro e apprendo che il Dutch medio passa circa 15 minuti al giorno davanti allo specchio, e che viaggia sempre con gel e pettine, non sia mai che ti crolli la linea a metà pomeriggio. Inoltre i capelli del dutch medio non si possono mai toccare. Una tipa mi ha chiesto se poteva toccarmi i capelli perchè i dutch non lo permettono….va beh. Magari a quei livelli spero di non arrivarci mai. 
Conscio del fatto che per il momento ho ancora i capelli, e di quello che un vecchio un giorno mi ha detto dal parrucchiere “Goditeli finche ce li hai” ho deciso che era giunto il momento di un nuovo taglio.
Ho deciso quindi di fare l’upgrade, l’evoluzione in Charizard dei capelli, ovvero ho deciso di andare dal barbiere. 

Scelgo un posto mega figo vicino a Damsquare, un posto metà caffetteria e metà capelli. Tipo che se vai a bere un cappuccino ti puoi pure tagliare i capelli o osservare quelli che se li tagliano. 

Attendo con ansia il mio turno, già in crisi su come avrei spiegato alla tipa come li volevo. Che già quando in Italia, nella mia lingua, dici di tagliarteli 2 dita loro ti radono stile marines, figurati se devo dirlo in un'altra lingua. Il posto era fighissimo, riviste degne ti un barbiere, ovvero o il Times o Playboy. Poco dopo è il mio turno e quindi mi dirigo dalla tipa per farmi tagliare i capelli. Le spiego come li voglio e specifico un “Not too short please!”.



Lei segue alla lettera e nel giro di 10 minuti mi trasformo da milanese imbruttito a real dutch. Esco di lì e capisco che la mia vita sta cambiando. Per farla breve, poche cose ti posso svoltare l’esperienza, ma un taglio perfetto in Olanda è il pedegree per essere accettato socialmente, è il lasciapassare per ogni cosa, è il dispensatore di numeri di telefono. Per farla breve: in Olanda no gel no party. 


WITHOUT

WITH

giovedì 10 luglio 2014

Post mondiale


Ok scusate, ma ieri sera ho goduto. Goduto tantissimo. 

Premetto anche che questo è un post mega breve e senza troppe immagini. Solo un racconto post perdita dell'Olanda, visto che quello prima era sui mondiali. 

Allora io e il amico messicano e una sua amica argentina, probabilmente gli unici sul popolo olandese a non tifare HOLLAND, siamo andati al Coco's aka raduno degli expats per vedere la partita, giusto per non essere seviziati o lapidati post non-gol di Robben in piazza Dam. A propositvo, apro sto capitolo su Robben che ha una faccia da cazzo mai vista. Ecco volevo dirlo, ora mi sento bene. 


Cazzo ti ridi che tanto non vinci mai

Fatto sta che andiamo a vedere la partita. La situazione era la seguente: 90 olandesi contro 10 Argentini. Poi c'erano dei sudamericani, di quelli tipo alti un metro e mezzo, che tifavano Olanda. Boh non capivo.  
Partita un po' noiosetta, e tutti gli expats speravano che l'olanda perdesse. Perchè diciamoci la verità, festeggiare in stile Capodanno di Domenica IN ogni volta che vincete è un po' eccessivo. Cioè mobbasta però, le ultime 3 partite sono state vinte per il rotto della cuffia, dopo un po' ve lo meritate. Ad ogni gol esultavano stile "brigittebardò-bardò" quindi un po' godi quando perdono. Infatti, finita la partita, tutti muti e orecchie basse hanno preso la bici e sono tornati a casa.

Cosa fare se l'olanda perde? ormai mi era salita l'adrenalina e la voglia di tornare a casa era ZERO. 
Indi per cui prendo la bici e vado a fare un giro. A parte che mi sono trovato imbottigliato in un ingorgo di bici. E ho perso due semafori in coda, in bici. 
Poi ad un certo punto uno ha tirato un petardo tipo Napoli. 

Va beh raggiungo un locale a caso, l'unico aperto e con musica (mi ha convinto il "All the crazy shit I did tonight" a tutto volume) ed entro. Dovevo aspettare un mio amico, che mi comunica poco dopo che "sono troppo tristi e tutti stan piangendo quindi non verrà." 
Minchia solo in un locale con olandesi. Va beh rimango, prendo da bere e conosco due tipelle alle quali sembra non interessare un cazzo della partita e io gli ricordo che hanno perso. 
Parte quei 10 minuti di presentazioni con musica a palla in cui dicono le cose che mi dicono tutti " OH my God I tough you were dutch" - "Oh my god you look SO Dutch" -  "You Italian? Come on, Where is your accent?" Ok proprio sul più bello spengono la musica e ci cacciano fuori. 

Che si fa alle 2 di mercoledì? Andiamo a ballare. Quindi prendiamo la bici e andiamo vicino a Ledisplein. In uno di quei locali da 20enni tipo Old fashion. OHHH OLD GOOD TIMES. 
Entriamo in sto locale pienissimo. La musica sono le commercialate peso. 
La prima cosa che mi sconvolge è che gli olandesi sono tutti uguale. TUTTI. Cioè tutti gellati, tutti biondi, tutti con la maglietta arancio. Le tipe uguale: tutte jeans vita alta, tutte maglietta arancioni, tutte bionde. E poi erano tutti ribaltati per una Heineken. Poi mi giro e scopro che quella di fianco a me è tipo del 95. 
Voglio dire, io mi ricordo il 95. e pure bene. Ma soprattuto cazzo ti canti "vamos a la playa" che quando è uscita manco eri nata. Poi un gruppo si fa uno shottino di vodka con aggiunta di "UHHHHHHHHHH". Va beh che a 19 anni l'hangover è una cosa easy, a 24 quando bevi un drink in più la mattina dopo ti alzi tipo Samara di the ring 



Io stamattina

Va beh dopo un po' sono partite le solite canzoni dutch, le loro "Vola" o "Tanti auguri", e ho capito che era tempo di andare a casa. Tanto avete perso quindi...






lunedì 7 luglio 2014

I Mondiali



Scusaste questo inizio post un po' berlusconiano, ma non potevo non mettere sta foto. 
Ecco, fatta sta premessa, e ringraziando i miei nuovi followers ovvero la panettiera di Desio e il becchino di Brunate,e la robi che mette i like a caso, ecco il nuovo post.

I mondiali. Ah, i mondiali. Se penso ai mondiali nella mia mente si sovrappongono queste immagini: divano con amici sudati (perchè essendo di Milano a luglio si pezza sempre), gente che diventa inspiegabilmente esperta di calcio quando l’unico sport che han fatto nella vita è posticipare la sveglia dell’iphone la mattina, zanzare attaccate alla tv e conseguenti sberle che ci si tira sulle gambe manco fossimo schizzofrenici, il cornetto algida e birra gelata, e infine il giro in circonvallazione con il motorello, suonando come un terrone (se si vince, cosa che negli ultimi anni non stiamo facendo)
Questo esempio di folklore italiano, di cui, devo ammettere, sento un po’ la mancanza, è stato rimpiazzato dalle diverse situazioni che ritrovo in terra dutch. 

Un palo diventato arancione

bar medio olandese



Ora partiamo dal presupposto che qui sono pazzi per il calcio. E per pazzi intendo che da quando sono iniziati i mondiali la città è diventata arancione ovunque. L’80% dei bar ha appeso le bandierine arancioni, nella via principale hanno messo a mo’ di lucine di natale dei palloni giganti sospesi tra le case, e la gente appende la foto della nazionale alle finestra di casa. Va beh soliti esagerati, per non parlare del fatto che l’arancio è un colore orrendo, che più brutto non si può, ma che ho scoperto derivare dalla famiglia Oranje che erano i reali. Tanto è vero che la nazionale si chiama Oranje e si legge Oragne (che poi cosa ve ne fregherà a voi di sta notizia?)
Quando gioca la nazionale qui TUTTI indossano qualcosa di arancio. Capelli, occhiali, magliette pantaloni. Pure le vecchie, che si muovono rigorosamente in bici, tirano fuori dagli armadi qualche giacchetta degli anni ’80, e vanno a tifare la nazionale. Cioè io pensavo che gli italiani fossero dei super tifosi ma dove aver visto quello che succede qui ho dovuto cambiare idea. Sono talmente tifosi da essere fastidiosi, tipo che se perdono un po’ sono contento. Anche perchè quando vincono partono birre da ogni parte ed è subito "I'm singing in the beer"

Indi per cui ho voluto riportare qui i migliori oggetti dutch per supportare l’oranje


Iniziamo dal fatto che l’Albert Heijn, aka mia seconda casa, si è addobbato ad ogni modo. Ma la cosa assurda è che sono comparse le mascotte dei mondiali, ovvero i criceti. (cioè già è una città piena di topi, usare i criceti come mascotte è pure eccessiva no?). 

Bello, carini…si dai bravi

No ma bello

Bitch please 



Segue i cibi da mondiali. Ovvero le ciambelle con la glassa arancione, o il pane a forba di pallone. Oltre alla forma condivide anche la consistenza, perchè sembra di mangiare gomma davvero, ma non se ne preoccupano più di tanto. Pure le bevande (Heineken in testa) hanno cambiato la confezione, diventano tutte arancioni. Che poi potrei suggerire di bere spritz per un mese (visto che è arancione) così siete contenti. Per farla breve, quando vai al supermercato l’unica cosa che vendono ormai sono robe arancioni.

Must have della season

Lekker!




Ci spostiamo fuori dal supermercato per un tocco di classe ovvero: Papillon e Gemelli
Per il vero dutch gentlement che non vuole rinunciare al quel tocco un po’ trash.
Dopo tutto, chi non vorrebbe avere un papillon arancione in ufficio, o un sobrio paio di gemelli con sopra un leone (simbolo della nazionale). Che poi, voglio dire, metti un papillon così e sei subito uno stewart della KLM




E poi il migliore di tutti. Il preservativo arancione. Si perchè come c’è scritto nella condomerie “Real men wear orange”. L'unica cosa che mi viene da dire è: L’importante è crederci. 





lunedì 23 giugno 2014

Il cibo

Sì, sta per accadere. Dopo mesi è giunta questa voglia di gridare al mondo in stile Pappalardo in “Ricominciamo” quanto mi manca il cibo italiano e soprattutto raccontarvi di quello olandese. 
Partiamo dal fatto che un italiano soffre sempre la mancanza del cibo di casa. E partiamo dal fatto che gli olandesi non possono capire la sofferenza di non trovare il proprio cibo e i propri sapori. Perchè loro non ne hanno. L’Olanda è forse l’unica nazione al mondo senza un cibo nazionale. Niente di niente. Se chiedi non ti sanno rispondere. E nessuno mi ha mai chiesto: “hai provato la nostra cucina? ti piace?”. Mi sono documentato pure  su wikipedia ma non c’è nulla. E ogni volta mi chiedo come sia possibile che non si rendano conto di mangiare porcate estreme senza gusto. Ora non ti dico di arrivare ai livelli italiani, dove ormai entriamo in sbattimento anche per impiattare un mandarino (masterchef c'ha rovinato tutti), però almeno un minimo di gusto per il cibo cerca di averlo.

Partiamo dal fatto che in quasi ogni ufficio olandese che si rispetti ( da ora chiamato OUOCSR), il pranzo consiste in una sorta di pic-nic indoor in cui si mette sul tavolo tutto il cibo che c’è in studio (pane, verdure formaggi salumi), ci si fa dei panini e poi si mangiano. Ecco questa routine molto bohemienne, potrebbe suonare anche degna di instragram, se non fosse che: il prosciutto è tipo alto 2 dita e ti ci puoi specchiare dentro(per non parlare del fatto che ha sempre una sorta di arcobaleno sopra, boh saranno i grassi), la verdura o è esageratamente matura o acerba, non esiste una via di mezzo (non ho ancora trovato un avocato maturo). Ma la cosa migliore sono i connubi degli olandesi. Io passo sempre per lo schizzinoso di turno solo perchè mi faccio un semplicissimo humus-pomodoro-mozzarella-insalata e pepe, mentre loro (GIURO) fanno connubi così: 
pane - selleri ( o insalata russa con il sedano) - crudo (un crudo wanna be di parma) - mostarda - avocado (acerbo) - mozzarella - pepe 
Il tutto senza tovagliono e posate, nel vero stile olandese. Accompagnato anche da una leccata di dita finale, per la serie qualcuno ha preso sul serio lo slog delle Fonzie “ se non ti lecchi le dita godi solo metà”
Comunque qui nessuno si pulisce la bocca mentre mangia. E davvero nessuno. Tanto è vero che ho chiesto il perchè e la risposta è stata: “Beh ma ce la laviamo in bagno dopo il pranzo”. Un po’ come la doccia la mattina che sostituisce il bidet. 
La cena è alle 6/6.30, e in estate si sposta verso le 7.30 perchè sono dei ribelli. Ma la cosa più olandese sono una serie di, boh non so neanche come definirli, snacks? merende? di cui vanno pazzi. 


Tipo: 

Hagelslag: aka granella di cioccolato. La merenda dell’olandese bambino. Noi pane e nutella, oppure qualche SANA kinder deliece o Dio benedica la Mulino Bianco o per i più fortunati una torta home made dalla mamma. Loro burro e granella di cioccolata. Quella roba che si usa sui dolci. Che poi quando la mangi metà si rovescia sul piatto quindi ti viene un istinto omicida. Esiste anche nelle varianti più folkloristiche tipo arancio per il Kingsday, blu e rosa per quando nascono i bambini. Comunque mega buono, una di quelle robe che mi porterò a casa.



Stroopwafel: dei wafer tondi, tipo cialde, con una crema al caramello nel mezzo. Ok buono uno, al secondo muori tipo di diabete ma va bene



Haring: ovvero l’arringa cruda. Il sushi dei poveri. Una porcata che quando l’ho mangiata volevo fare tipo una lavanda gastrica. Servita con cipolle crude, ti sembra di mangiare una lumaca cruda o una lucertola. Ovviamente si mangia con le mani e intera. Ora una serie di foto vi mostra i vari tipi di mangiatori di Haring. 


Haring pre partita

L'haring formale, di classe

Quando manca il ciuccio...

Gola profonda

la romagnola

la figa che però non la mangia

l'haring da fiera 
Ok ho finito

Bitterballen: le palline da aperitivo. Il nostro olive e rodeo tipo. Che ancora non ho capito cosa c’è dentro, ma forse è meglio non chiedere e soprattutto sono sempre perennemente ustionanti quindi se ne mangi una ti bruci la lingua e non senti più i gusti per i restanti 2 mesi. Siccome loro le mangiano sempre, deduco che non sentano i gusti dei cibi since 1890. Ah questo spiega tutto. 



Pane, burro di noccioline e cetrioli crudi. Pensavo fosse una delicatessen presente soltanto nel mio studio e invece no!Qui è considerata un vero connubio gourmet, tipo che Cracco je fa na pippa. 


Ora, nonostante il mio sconforto devo ammettere che ad Amsterdam si mangia comunque bene ed è facile trovare de posti buoni dove uscire a cena anche a prezzi bassi. La salvezza rimane sempre il posto che fa l'aperitivo il venerdì sera con spritz e cibo italiano. GOD save the (italian) food 


venerdì 13 giugno 2014

Spiaggia e Colombia

Questa settimana doppio post. Non abituatevi perchè non so quando ricapiterà.

Fatto sta che questa volta la mia narrazione si sposta in luoghi esotici, e tratterà di culture straniere tipo quella colombiana. 




No, niente di tutto ciò. Ma parlerà piuttosto della mia esperienza in una spiaggia dutch e quella ad una festa di una colombiana di 45 anni. 


Ora detto questo posso iniziare. 

Sabato erano previsti 27 gradi, il che ha fatto allertare tutti per il troppo caldo. Da milanese abituato ai 37 gradi con 99.9% di umidità e conseguente pezzata pure delle falangi delle mani, nonché zanzare appiccicate alla maglietta mentre fai la circonvallazione in motorino (sono un imbruttito e lo so), non ero minimamente spaventato da questa temperatura. Alla fine era prevista una normale giornata calda estiva.

Fatto sta che decidiamo di andare in spiaggia, ma non quelle vere, una di quelle cittadine chiamata Blijburg. Si tratta di una specie di isolotto artificiale costruito come ghetto per ricchi ma siccome qui sono tutti hipster e preferiscono vivere nelle case sui canali (giustamente) alla fine ci vivono gli arabi. Prendiamo il tram per le 11 di mattina e già minacciava un po’ di pioggia ma in Olanda non si sa mai. Qui le stagioni non capitano in un anno, ma in giorno. Tipo che esci con i Moon boot e torni a casa in infradito. 

Io la mattina


Io la sera


Arriviamo, cielo grigio da umidità e ci fermiamo in un supermercato. Per la prima volta dopo mesi vedo la BARILLA. Sono commosso, ho un groppo alla gola. forse piango o forse no. Cioè qui la barilla non esiste da nessuna parte. 
Prendiamo un po’ di robe da mangiare e andiamo in spiaggia. E per un po’ di robe intendo uva e crackers perché tutto il resto necessitava di una fonte di calore per cucinarlo. 
Allora la spiaggia è un incrocio tra il Ticino e Cattolica. Acqua che in compenso quella dell’adriatico è tipo caraibica, spiaggia che sembra una piazzola di sosta dell’A4 dove le battone si scaldano con le gomme bruciate. La gente fa il bagno (tutti noi siamo sconvolti) e alle spalle tipo una fabbrica. Ok, bello. 

Scampia o Blijburg?


Poi per uno abituato al mediterraneo…cioè uguale no. 
Va beh ma uno non può mica fare sempre lo schizzinoso. Voglio dire se questo è quello che passa il convento, allora bella lì. Infatti non era male. Anche gli altri non italiani che sono con me pensano lo stesso. Poi c'era la giovi che è sarda quindi per lei quella era tipo la pozzanghera post alluvione. 


Per la giovi la spiaggia era così


Il bar era carinissimo con musica e pure il tipo che fa i mojito. Nell’attesa del sole mi sparo le solite Frites (patatine fritte) con un litro mi maionese. Anzi giungo una conclusione: SE ci fosse stato il sole e SE ci fosse stata una festa o un BBQ sarebbe fighissimo. Quindi ci tornerò

Comunque stare in spiaggia senza fare il bagno e senza sole dopo un po’ annoia, quindi decidiamo di tornare in città e berci una birra pre cena. Ovviamente come torniamo ad Amsterdam esce un sole tipo ferragosto.

Torniamo a casa verso le 7 perchè vogliamo cenare insieme e poi andare ad una festa. Una messicana mi ha invitato ad una festa di un amico di una sua amica che compiva gli anni a casa di un’amica del suo amico. Insomma quelle feste in cui nessuno si conosce, e in America finiscono in un’orgia che viene poi successivamente uploadata su qualche sito per adulti, mentre in Europe ci limitiamo a qualche Gin tonic senza ghiaccio e ad una noia mortale a botta di “ What do you do in Amsterdam?” “Oh cool, nice” fino a quando si decide di andare a casa o andare ad una festa vera. 
Fatto sta che l’appuntamento era in questa casa pazzesca nel Redlight, una di quelle case vecchia Amsterdam, a tre piani, stretta ma bellissima. Ci accorgiamo della festa già dall’estero perchè la musica si sente, si vedono le luci da discoteca e il Dj, che è la copia di Steve Aoky, è alla finestra. Ovviamente non sentono il campanello, quindi mi sono dovuto arrampicare per bussare al vetro e una scena tipo Fantozzi (per chi non sapesse a cosa mi riferisco: clicca QUI). Dopo questo ingresso maestrale ci apre la porta proprio il Dj, ci saluta si presenta e dice: enjoy the party. 
Rimaniamo nell’atrio già sconvolti del fatto che non sappiamo manco chi sia il festeggiato, chi c’è, e sopratutto se ci saranno gli altri amici. Non facciamo in tempo ad attraversare un corridoio che ci troviamo davanti a questa casa pazzesca. Soggiorno con affreschi, soffiti alti. Camino, una veranda interna privata con una parte della pavimentazione in vetro che dà sulla taverna. (Ecco ora vorrei fare una pausa sulla parola Taverna, del tutto sconosciuta fino al compimento dell 8° anno di età, quando sono andando ad una festa ad Assago in una Taverna. Ovviamente quella che c’era qui ad Amsterdam non era una taverna di quelle da brianzolo con divano play station e caldarroste, era una cantina hipster con vini pregiati). Una cucina più equipaggiata di quella di Masterchef. Isola, forno alla parete, macchina per espresso e cappuccino INGLOBATA NEI PENSILI. Va beh..una di quelle case sa SHOGNO che ovviamente #hannosologlialtri e probabilmente manco Paola Marella ha visto.

Già che ci siamo facciamo un paragone tra la mia e la loro cucina 

La sua cucina 

la mia cucina 


Ad un certo punto, giusto decidiamo di andare al piano di sotto alla scoperta. Arriviamo in un corridoio senza uscita, dove tra l’altro ci salta addosso un gatto che non avevo manco visto. Poi una tipa sui 45 anni (che pensavo ne avesse 30) ci chiede cosa stavamo facendo e invento un “Sto cercando amici”. Scopro poco dopo essere la padrona di casa. Media altezza, lenti a contatto azzurre e capelli biondi tinti. Mi raggiungo i miei amici che la conosco perchè amica di un’amica di sua amica del liceo di suo fratello Piero. Scopro essere una colombiana che abita da 20 anni ad Amsterdam, e sembra avere 40 case (non esagero) di cui questa è “quella delle feste”. Cioè hai una casa solo per le feste. 
Prima di scrivere il post, ho voluto fare un po' ricerca personale sulla Colombia. Prima di stamattina per me la Colombia era solo Shakira, droga o tipe che twerkano la mattina. Dopo una ricerca  approfondita sono giunto alla conclusione che la Colombia in realtà è: Shakira, droghe, tipe che twerkano la sera. 
Ora siccome questa qui non era Shakira, rimangono le altre due alternative. In realtà non bisogna pensare male e quindi lasciamo il beneficio del dubbio, sul come e perchè abbia 40 case. 
In tutto questo ho conosciuto pure una ragazza italiana, anche lei sconvolta della situazione di quella festa. 
Va beh ci congediamo con un saluto e lei ricambia con una “thank you for coming guys, I hope to see you soon”

Esco e siamo in strada. Sono le 2 e il red light è in pieno movimento. I mie amici fumano una sigaretta e facciamo due chiacchiere con un tipo indiano che l’unica cosa che mi dice è: “Your haircut is perfect, so european so Amsterdam”….Okay buona serata ciao. 
Non faccio manco in tempo ad andare dalla bici che incontro un gruppo di 6 ragazze italiane in vacanza. Mi chiedono consiglio su cosa fare e ormai la città la conosco bene. Com’è finita? Siamo andati a bere e siamo tornati per le 4. Nel mentre è scoppiato un temporale stile autunno. 
è proprio vero che qui non sai mai come finirà la serata.