lunedì 23 giugno 2014

Il cibo

Sì, sta per accadere. Dopo mesi è giunta questa voglia di gridare al mondo in stile Pappalardo in “Ricominciamo” quanto mi manca il cibo italiano e soprattutto raccontarvi di quello olandese. 
Partiamo dal fatto che un italiano soffre sempre la mancanza del cibo di casa. E partiamo dal fatto che gli olandesi non possono capire la sofferenza di non trovare il proprio cibo e i propri sapori. Perchè loro non ne hanno. L’Olanda è forse l’unica nazione al mondo senza un cibo nazionale. Niente di niente. Se chiedi non ti sanno rispondere. E nessuno mi ha mai chiesto: “hai provato la nostra cucina? ti piace?”. Mi sono documentato pure  su wikipedia ma non c’è nulla. E ogni volta mi chiedo come sia possibile che non si rendano conto di mangiare porcate estreme senza gusto. Ora non ti dico di arrivare ai livelli italiani, dove ormai entriamo in sbattimento anche per impiattare un mandarino (masterchef c'ha rovinato tutti), però almeno un minimo di gusto per il cibo cerca di averlo.

Partiamo dal fatto che in quasi ogni ufficio olandese che si rispetti ( da ora chiamato OUOCSR), il pranzo consiste in una sorta di pic-nic indoor in cui si mette sul tavolo tutto il cibo che c’è in studio (pane, verdure formaggi salumi), ci si fa dei panini e poi si mangiano. Ecco questa routine molto bohemienne, potrebbe suonare anche degna di instragram, se non fosse che: il prosciutto è tipo alto 2 dita e ti ci puoi specchiare dentro(per non parlare del fatto che ha sempre una sorta di arcobaleno sopra, boh saranno i grassi), la verdura o è esageratamente matura o acerba, non esiste una via di mezzo (non ho ancora trovato un avocato maturo). Ma la cosa migliore sono i connubi degli olandesi. Io passo sempre per lo schizzinoso di turno solo perchè mi faccio un semplicissimo humus-pomodoro-mozzarella-insalata e pepe, mentre loro (GIURO) fanno connubi così: 
pane - selleri ( o insalata russa con il sedano) - crudo (un crudo wanna be di parma) - mostarda - avocado (acerbo) - mozzarella - pepe 
Il tutto senza tovagliono e posate, nel vero stile olandese. Accompagnato anche da una leccata di dita finale, per la serie qualcuno ha preso sul serio lo slog delle Fonzie “ se non ti lecchi le dita godi solo metà”
Comunque qui nessuno si pulisce la bocca mentre mangia. E davvero nessuno. Tanto è vero che ho chiesto il perchè e la risposta è stata: “Beh ma ce la laviamo in bagno dopo il pranzo”. Un po’ come la doccia la mattina che sostituisce il bidet. 
La cena è alle 6/6.30, e in estate si sposta verso le 7.30 perchè sono dei ribelli. Ma la cosa più olandese sono una serie di, boh non so neanche come definirli, snacks? merende? di cui vanno pazzi. 


Tipo: 

Hagelslag: aka granella di cioccolato. La merenda dell’olandese bambino. Noi pane e nutella, oppure qualche SANA kinder deliece o Dio benedica la Mulino Bianco o per i più fortunati una torta home made dalla mamma. Loro burro e granella di cioccolata. Quella roba che si usa sui dolci. Che poi quando la mangi metà si rovescia sul piatto quindi ti viene un istinto omicida. Esiste anche nelle varianti più folkloristiche tipo arancio per il Kingsday, blu e rosa per quando nascono i bambini. Comunque mega buono, una di quelle robe che mi porterò a casa.



Stroopwafel: dei wafer tondi, tipo cialde, con una crema al caramello nel mezzo. Ok buono uno, al secondo muori tipo di diabete ma va bene



Haring: ovvero l’arringa cruda. Il sushi dei poveri. Una porcata che quando l’ho mangiata volevo fare tipo una lavanda gastrica. Servita con cipolle crude, ti sembra di mangiare una lumaca cruda o una lucertola. Ovviamente si mangia con le mani e intera. Ora una serie di foto vi mostra i vari tipi di mangiatori di Haring. 


Haring pre partita

L'haring formale, di classe

Quando manca il ciuccio...

Gola profonda

la romagnola

la figa che però non la mangia

l'haring da fiera 
Ok ho finito

Bitterballen: le palline da aperitivo. Il nostro olive e rodeo tipo. Che ancora non ho capito cosa c’è dentro, ma forse è meglio non chiedere e soprattutto sono sempre perennemente ustionanti quindi se ne mangi una ti bruci la lingua e non senti più i gusti per i restanti 2 mesi. Siccome loro le mangiano sempre, deduco che non sentano i gusti dei cibi since 1890. Ah questo spiega tutto. 



Pane, burro di noccioline e cetrioli crudi. Pensavo fosse una delicatessen presente soltanto nel mio studio e invece no!Qui è considerata un vero connubio gourmet, tipo che Cracco je fa na pippa. 


Ora, nonostante il mio sconforto devo ammettere che ad Amsterdam si mangia comunque bene ed è facile trovare de posti buoni dove uscire a cena anche a prezzi bassi. La salvezza rimane sempre il posto che fa l'aperitivo il venerdì sera con spritz e cibo italiano. GOD save the (italian) food 


venerdì 13 giugno 2014

Spiaggia e Colombia

Questa settimana doppio post. Non abituatevi perchè non so quando ricapiterà.

Fatto sta che questa volta la mia narrazione si sposta in luoghi esotici, e tratterà di culture straniere tipo quella colombiana. 




No, niente di tutto ciò. Ma parlerà piuttosto della mia esperienza in una spiaggia dutch e quella ad una festa di una colombiana di 45 anni. 


Ora detto questo posso iniziare. 

Sabato erano previsti 27 gradi, il che ha fatto allertare tutti per il troppo caldo. Da milanese abituato ai 37 gradi con 99.9% di umidità e conseguente pezzata pure delle falangi delle mani, nonché zanzare appiccicate alla maglietta mentre fai la circonvallazione in motorino (sono un imbruttito e lo so), non ero minimamente spaventato da questa temperatura. Alla fine era prevista una normale giornata calda estiva.

Fatto sta che decidiamo di andare in spiaggia, ma non quelle vere, una di quelle cittadine chiamata Blijburg. Si tratta di una specie di isolotto artificiale costruito come ghetto per ricchi ma siccome qui sono tutti hipster e preferiscono vivere nelle case sui canali (giustamente) alla fine ci vivono gli arabi. Prendiamo il tram per le 11 di mattina e già minacciava un po’ di pioggia ma in Olanda non si sa mai. Qui le stagioni non capitano in un anno, ma in giorno. Tipo che esci con i Moon boot e torni a casa in infradito. 

Io la mattina


Io la sera


Arriviamo, cielo grigio da umidità e ci fermiamo in un supermercato. Per la prima volta dopo mesi vedo la BARILLA. Sono commosso, ho un groppo alla gola. forse piango o forse no. Cioè qui la barilla non esiste da nessuna parte. 
Prendiamo un po’ di robe da mangiare e andiamo in spiaggia. E per un po’ di robe intendo uva e crackers perché tutto il resto necessitava di una fonte di calore per cucinarlo. 
Allora la spiaggia è un incrocio tra il Ticino e Cattolica. Acqua che in compenso quella dell’adriatico è tipo caraibica, spiaggia che sembra una piazzola di sosta dell’A4 dove le battone si scaldano con le gomme bruciate. La gente fa il bagno (tutti noi siamo sconvolti) e alle spalle tipo una fabbrica. Ok, bello. 

Scampia o Blijburg?


Poi per uno abituato al mediterraneo…cioè uguale no. 
Va beh ma uno non può mica fare sempre lo schizzinoso. Voglio dire se questo è quello che passa il convento, allora bella lì. Infatti non era male. Anche gli altri non italiani che sono con me pensano lo stesso. Poi c'era la giovi che è sarda quindi per lei quella era tipo la pozzanghera post alluvione. 


Per la giovi la spiaggia era così


Il bar era carinissimo con musica e pure il tipo che fa i mojito. Nell’attesa del sole mi sparo le solite Frites (patatine fritte) con un litro mi maionese. Anzi giungo una conclusione: SE ci fosse stato il sole e SE ci fosse stata una festa o un BBQ sarebbe fighissimo. Quindi ci tornerò

Comunque stare in spiaggia senza fare il bagno e senza sole dopo un po’ annoia, quindi decidiamo di tornare in città e berci una birra pre cena. Ovviamente come torniamo ad Amsterdam esce un sole tipo ferragosto.

Torniamo a casa verso le 7 perchè vogliamo cenare insieme e poi andare ad una festa. Una messicana mi ha invitato ad una festa di un amico di una sua amica che compiva gli anni a casa di un’amica del suo amico. Insomma quelle feste in cui nessuno si conosce, e in America finiscono in un’orgia che viene poi successivamente uploadata su qualche sito per adulti, mentre in Europe ci limitiamo a qualche Gin tonic senza ghiaccio e ad una noia mortale a botta di “ What do you do in Amsterdam?” “Oh cool, nice” fino a quando si decide di andare a casa o andare ad una festa vera. 
Fatto sta che l’appuntamento era in questa casa pazzesca nel Redlight, una di quelle case vecchia Amsterdam, a tre piani, stretta ma bellissima. Ci accorgiamo della festa già dall’estero perchè la musica si sente, si vedono le luci da discoteca e il Dj, che è la copia di Steve Aoky, è alla finestra. Ovviamente non sentono il campanello, quindi mi sono dovuto arrampicare per bussare al vetro e una scena tipo Fantozzi (per chi non sapesse a cosa mi riferisco: clicca QUI). Dopo questo ingresso maestrale ci apre la porta proprio il Dj, ci saluta si presenta e dice: enjoy the party. 
Rimaniamo nell’atrio già sconvolti del fatto che non sappiamo manco chi sia il festeggiato, chi c’è, e sopratutto se ci saranno gli altri amici. Non facciamo in tempo ad attraversare un corridoio che ci troviamo davanti a questa casa pazzesca. Soggiorno con affreschi, soffiti alti. Camino, una veranda interna privata con una parte della pavimentazione in vetro che dà sulla taverna. (Ecco ora vorrei fare una pausa sulla parola Taverna, del tutto sconosciuta fino al compimento dell 8° anno di età, quando sono andando ad una festa ad Assago in una Taverna. Ovviamente quella che c’era qui ad Amsterdam non era una taverna di quelle da brianzolo con divano play station e caldarroste, era una cantina hipster con vini pregiati). Una cucina più equipaggiata di quella di Masterchef. Isola, forno alla parete, macchina per espresso e cappuccino INGLOBATA NEI PENSILI. Va beh..una di quelle case sa SHOGNO che ovviamente #hannosologlialtri e probabilmente manco Paola Marella ha visto.

Già che ci siamo facciamo un paragone tra la mia e la loro cucina 

La sua cucina 

la mia cucina 


Ad un certo punto, giusto decidiamo di andare al piano di sotto alla scoperta. Arriviamo in un corridoio senza uscita, dove tra l’altro ci salta addosso un gatto che non avevo manco visto. Poi una tipa sui 45 anni (che pensavo ne avesse 30) ci chiede cosa stavamo facendo e invento un “Sto cercando amici”. Scopro poco dopo essere la padrona di casa. Media altezza, lenti a contatto azzurre e capelli biondi tinti. Mi raggiungo i miei amici che la conosco perchè amica di un’amica di sua amica del liceo di suo fratello Piero. Scopro essere una colombiana che abita da 20 anni ad Amsterdam, e sembra avere 40 case (non esagero) di cui questa è “quella delle feste”. Cioè hai una casa solo per le feste. 
Prima di scrivere il post, ho voluto fare un po' ricerca personale sulla Colombia. Prima di stamattina per me la Colombia era solo Shakira, droga o tipe che twerkano la mattina. Dopo una ricerca  approfondita sono giunto alla conclusione che la Colombia in realtà è: Shakira, droghe, tipe che twerkano la sera. 
Ora siccome questa qui non era Shakira, rimangono le altre due alternative. In realtà non bisogna pensare male e quindi lasciamo il beneficio del dubbio, sul come e perchè abbia 40 case. 
In tutto questo ho conosciuto pure una ragazza italiana, anche lei sconvolta della situazione di quella festa. 
Va beh ci congediamo con un saluto e lei ricambia con una “thank you for coming guys, I hope to see you soon”

Esco e siamo in strada. Sono le 2 e il red light è in pieno movimento. I mie amici fumano una sigaretta e facciamo due chiacchiere con un tipo indiano che l’unica cosa che mi dice è: “Your haircut is perfect, so european so Amsterdam”….Okay buona serata ciao. 
Non faccio manco in tempo ad andare dalla bici che incontro un gruppo di 6 ragazze italiane in vacanza. Mi chiedono consiglio su cosa fare e ormai la città la conosco bene. Com’è finita? Siamo andati a bere e siamo tornati per le 4. Nel mentre è scoppiato un temporale stile autunno. 
è proprio vero che qui non sai mai come finirà la serata. 


mercoledì 11 giugno 2014

Un topo - Parte 2

Carissimi, prima di narrarvi un’altra situazione di merda vorrei scusarmi per i toni accesi che potrei usare in questo post. Ma quando ce vo’ ce vo’. Detto questo, ecco il racconto.

Già vi avevo parlato della mia esperienza con il topdimerda (che poi ho chiamato Johnny). (per chi non lo avesse letto, trovate il post QUI 
Già vi avevo raccontato del giorno in cui ho trovato merda di topo in cucina, pensando che fosse in realtà qualche seme lasciato dai coinquilini. Tipo i semi di girasole o quelle robe lì. 
Ebbene, forse vi farà piacere sapere che i topi sono diventati 2. Date il benveuto a Chantal (un nome da battona…perchè voglio dire sei un topodimerda). (A tutte le Chantal che leggeranno, cioè nessuna, chiedo scusa. Niente contro di voi eh.)



La mia cucina prima

La mia cucina adesso

Nell'attesa che questi topi diventino un costosissimo paio di pantofole esposte al Moma, vi racconto cosa è successo. 
Prima o poi così

Questa vicenda potrebbe entrare nella categoria di  “Cose che ancora non capisco dell’Olanda” o “Le cose di cui non mi abituerò mai” o “Quando sono fiero di essere nato in uno stato dove i topi ci sono solo in campagna, se ci sono”. O semplicemente quanto sono contento di essere italiano cazzo. Fatto sta che io un topo del cazzo proprio non ce lo voglio avere. Io, ripeto, Io. Perchè gli altri 5 coinquilini olandesi, non sembrano preoccuparsene. Per loro è normale. Per me se permetti, avere un topo che mi passeggia sulle penne al ragù, magari anche no. 
Fatto sta che l’altra sera di notte sono tornato a casa. Come capita spesso, uno alle 3 della mattina magari ha anche fame, e al posto di prendermi il kebab con cipolle dal solito turco sotto casa , avrei volentieri optato per qualcosa di più fresco e salutare. O semplicemente per le gocciole che ho importato dall’italia (perchè qui al supermercato hanno dei biscotti mega fail. Tipo I colussi. Cioè ma un abbraccio o un pandistelle no?) Fatto sta che entro in cucina e vedo Johnny sfrecciare al massimo…Come minimo mi aveva cagato sul pane. Io ovviamente penso che andato via lui, la cucina sia pulita. MA cosa trovo?
L’altro topdimerda nel lavandino (se ci penso ancora, vomito) che salta cercando di salire. 

Si prega di completare la lettura con questa esperienza sinestetica: http://www.dramabutton.com

Ok, sangue freddo, lo devo uccidere. Quel bastardo la smetterà di shittarmi in giro manco avesse un virus intestinale. Cerco con lo sguardo qualche oggetto contundente. 
Tostapane, mmm no. Forse il vaso di basilico? Se glielo lancio addosso forse muore. Oppure lo potrei tappare con il coperchio della pentola metterlo in un tapperware e poi liberarlo. Fatto sta che non faccio manco in tempo a prendere qualcosa per ammazzarlo che scappa via. 
Anche sta volta è andata. 
Ora io dico. Possibile che su 6 persone io sono l’unico a preoccuparmene? Possibile che non ti faccia schifo avere una roba tonda pelosa che ti cammina sui nobili mentre cucini?
Per gli olandesi è normale. Posso capire che non usando manco il bidet, probabilmente hanno un concetto diverso di igiene e di pulizia. Però fatecela. Scusate questo sfogo raziale. Però davvero non ne posso più di topi in casa, di cibo di merda, di frutta che sa di acqua, di gente che beve whisky alle 10 di mattina, e di un popolo che non usa MAI il tovagliolo e che pulisce il coltello sul palmo della mano (true story). Lo sport nazionale è leccarsi le dita, manco mangiassero i fonzie tutti i giorni. Ok dopo sto sfogo posso andare avanti. 

Tornando ai topi, mentre scrivo sto pezzo, al piano di sotto si starà creando una colonia che tra 2 minuti sono diventato il pifferaio magico. Se Chantal e Johnny figliano, qui è la fine. Avete capito? Vuol dire topi ovunque, e un biglietto di solo andata per Milano. Anche perchè come ho già scritto nei post precedenti, cambiare casa è impossibile, quindi o ti adegui, o vai sotto i ponti. 
Come dicevo, per loro è assolutamente normale e ci convivono senza problemi. La mia capa quando studiava ha trovato un topo morto nel suo zaino perchè aveva lasciato ‘na merendina dentro. Cioè se penso alle volte che ho lasciato la Kinder Delice nello zaino…ma almeno a Milano non ci sono i topi in casa. 



Una amica italiana che vive qui mi ha raccontato che mentre faceva il meeting in azienda il capo fa: “E poi dobbiamo pensare al cliente che alla fine - ah c’è un topo lì - richiede sempre tanto dal concept iniziale”. Topi in azienda…easy. Oppure l'altro mio coinquilino mi ha raccontato che nella casa in cui abitava prima si è svegliato di notte perchè aveva un topo nei capelli. 

Io se trovo un topo in camera


Fatto sta che ho deciso che lo devo uccidere. O mi metto seduto su una sedia per un pomeriggio così:

Io che aspetto il topo


oppure cerco alternative. Oggi sono andato alla ricerca del veleno. Perchè io ho detto No ai topi, e sì ad una vita senza animali in cucina. Però ucciderli non è così semplice. Il veleno è pure pericoloso perchè magari quelle merde lo portano in giro, e poi io ci devo cucinare. Pasta sugo basilico e veleno di topo. Per di più sono andato da qualche turco per chiedere se ce lo avessero e sembra introvabile. Idem la colla, ormai si vende solo di sotto banco. E onestamente, per quanto possa odiarli, non voglio sentirlo squittire per 5 ore finchè non muore di sete e o di fame. 

La soluzione sembra una trappola che non li uccide, così entrano e non escono più e poi li liberi nel canale, così muoiono comunque ma non ghigliottinati. Oppure prendere un gatto, solo che ho già capito che nessuno se ne occuperebbe quindi niente. Oppure tappare i buchi? Sì se non fosserò dietro la lavastoviglie incastrata nei mobili della cucina. Impossibile arrivarci. 
Fatto sta che da quando abito qui ormai la mia fobia dopo i serpenti sono i topi. Perchè la verità è che non sono carini come Gerry o quello di Ratatouille o come Mickey Mouse. Oddio ma mickey mouse è un topo, è vero. E anche se la fedez suggerisce un nuovo Bianca e Bernie intitolato "Bianca e Bernie nella terra dei cannoni" con questo bellissimo e professionale fotomontaggio, io dico ancora no


Bianca e Bernie nella terra dei Cannoni



Va beh forse un po' pucci lo sono, ma io l'unico mouse che voglio vedere nella mia vita è questo


Unico mouse per me: quello della Apple





martedì 3 giugno 2014

Ci siamo innamorati di una prostituta

Ancora una volta devo scusarmi per la mia latitanza. Ma ormai avete capito che non posto tutti i giorni perchè non sono un blogger. O forse sì. 
Fatto sta che sapete che da quando vivo in Olanda riverso nella situazione emotiva di Balto “non è cane non è lupo sa soltanto quello che non è” Ovvero non sono olandese, non sono di Amsterdam, so soltanto quello che non sono. E quello che ho: merda di topo in cucina 

Fatta questa introduzione drama, che andrebbe letta con qualche accompagnamento musicale fatto da Beppe Vessicchio (cito un direttore a caso perchè lui è sempre stato fail per me), mi accingo a narrarvi quella che è stata l’esperienza al red light district con il Samu. 
Sì, il samu è venuto a trovarmi, e ovviamente questo meriterebbe più di un post, ma per ora voglio focalizzarmi su questo avvenimento. 

Vista la tematica scottante del post vi consiglio di mandare a letto i figli se ne avete (che già se c’avete figli alla mia età o qualcosa è andato storto o siete mega innamorati. Ad ogni modo un po’ mi viene l’ansia) e fate attenzione che i capi non siano vicino a voi mentre leggete. 

Per molti italiani, Amsterdam viene erroneamente associate a due cose: troie e fumo. Ora, per quanto riguarda la seconda, è un’ associazione che fanno solo italiani e spagnoli. Per farla breve nei coffeshop ci sono solo persone che arrivano da stati che riversano in una crisi economica. Per la serie: facciamoci due domande. In realtà sembrerà assurdo ma è molto difficile trovare gente mega fatta in giro. Al massimo trovi qualcuno che parla come Giurato, ma considerando che noi persone così le mettiamo a condurre programmi, forse non è così grave. 




Per il primo fatto invece, diciamo che Amsterdam è famosa in tutto il mondo per il “Red light district” chiamato anche De Wallen. 
Si tratta di 4 vie nel centrissimo storico di Amsterdam, dove ci sono le famose vetrine con luci rosse e donne inside. 
Cioè come le arabe vanno a fare shopping in Montenapoleone a vedere le vetrine, così gli Arabi vanno a “vedere” le tipe in vetrine. 
Ora, visto l’argomento “privato” ancora non si capisce chi davvero vada a puttane. I locali dicono che ci vanno solo i turisti, principalmente inglesi e italiani. Altri dicono che pure gli olandesi ci vanno, come rito di iniziazione quando visitano o si trasferiscono ad Amsterdam. Altri ancora invece, dicono che gli olandesi vanno da altre prostitute, localizzate in altre vie e più “locali”. Come sempre si dimostrano un popolo che deve per forza essere diverso dagli altri o semplicemente “je pace la patata locale”. 


Sta foto non l'ho capita..



Fatto sta che io e il Samu ci siamo inoltrati in quel caleidoscopio di reggiseni e luci rosse, di lingerie e vibratori in vetrina. A parte il risvolto “sessuale” della zona, a mio parere è una delle cose più belle da vedere ad Amsterdam perchè totalmente unica nel mondo. La consiglio a tutti i turisti. 
Ora finito sto commento che manco la Lonely Planet, vi racconto cosa è successo davvero. 

Venerdì

Il giorno dopo il suo arrivo ci siamo recati con degli altri amici a vedere il quartiere a luci rosse. Siccome non eravamo da soli, non ci siamo potuti lasciare andare ai commenti come in realtà volevamo. Nonostante tutto, siccome era la prima volta del Samu, ho notato lo stupore nei suoi occhi. Le “sirene a pagamento” lo stavano ammaliando, e tutto quel turbinio di colori, odori, rumori, e persone lo stava incantando. Totalmente rincoglioniti da quello che stava accendo, ci dirigiamo verso un locale, dove dovevamo incontrare altri amici. Passiamo ancora tra piccole viette, e vie più grandi. è pieno zeppo di turisti da ogni parte del mondo. Alcuni locali hanno persone che “chiavano veramente” come c’è scritto nell’insegna fuori. Per farvi capire, se un locale ha una scritta così in italiano…
Senza neanche accorgerne, quando eravamo quasi fuori dalla nuvola rossa, passiamo davanti ad una via strettissima, e nello specifico davanti ad una vetrina con questa tipa mora con degli occhi maliziosi. Ci lancia un’occhia, alza il sopracciglio, bussa alla porta e ci invita ad entrare. Il Samu spalanca la bocca, tutto sta accadendo troppo in fretta, e senza manco accorgercene lei tira la tenda e si porta dentro un cliente. Sì qua accade tutto veloce, passa uno, chiede il prezzo, entra e tira la tenda tipo come quando entri nel camerino. 
Il Samu è rimasto folgorato e da quel momento la prostituta X viene soprannominata “Il mio amore”

Sabato

Post giro da turisti estenuante, rimane ancora qualcosa da fare. Sono le 2 della mattina. è tardi, ma il Redlight non dorme mai e noi non abbiamo sonno. Riniziamo il pellegrinaggio, avanti e indietro. Siamo incantati, le sirene cantano. Ripassiamo davanti al “mioamore”. è ancora lì. Entra un ragazzino che avrà 12 anni e sembra tin tin. La faccia tra il prima e il dopo è già leggenda. 

come è entrato
come è uscito 

Domenica

Ultima sera. Ultima speranza. Ultima occasione. Ci dirigiamo ancora verso il RedLight. La situazione è invariata, sempre pieno di gente, sempre bordello, anche se è domenica sera. Ma qui non lavora nessuno? “ilmioamore è ancora lì. Boh forse vive lì. Faccio un altro giro prima di tornare a casa. E poi accade. Vediamo lei. Circa 28 anni. Folti capelli mori che le cadono sulla schiena. Attraverso la vetrina possiamo sentire il profumo di qualche olio esotico. In intimo bianco, tette perfette. Fisico perfetto. Un sorriso da pubblicità. La faccia finta innocente. Saltella dentro la vetrina e bussa ai passanti. Non siamo in grado di ragionare e ci avviciniamo alla vetrina. Ci apre. “Hello guys were are you from”. “Italy” “Ah, parlo Italiano. Allora che volete fare ci divertiamo un po’?”  
il mondo si interrompe. Le mosche non battono più le ali, le onde non si infrangono sugli scogli, il sole non tramonta. Le stagioni hanno perso il loro ciclo naturale. Sì, vuol dire che questa estate non mangeremo le ciliegie. In che anno siamo? Non lo sappiamo. Forse un buco nero ha inghiottito la terra o forse la vita vissuta fino ad ora è solo un’illusione. Quel che è certo, è che non ci saranno più albe e più tramonti. 

RUMORE DI SCRATCH DEL FINILE CHE FINISCE

Lei chiude la porta in faccia, e fa entrare altri clienti. 
Ci guardiamo ma non c’è bisogno di parlare. La amiamo. Quell’amore che ti fa venire voglia di incidere un cuore sugli alberi, di prendere un volo per Roma, andare a ponte Milvio e mettere un lucchetto con scritto A/S + Unatroia. 
Ah volete sapere se siamo entrati? Ovviamente no. O forse sì?